sabato 25 giugno 2016

Fortuna e rovina di Palazzo Bressa a Treviso


Dietro alle fortune dei palazzi, ci sono sempre dei grandi uomini.
E dietro le rovine degli stessi ci sono sempre degli uomini, che hanno però una diversa sensibilità e una diversa visione delle cose, una ristrettezza mentale e una scarsa conoscenza della storia.
Perchè si sa che senza ricerca e conoscenza, difficilmente si riesce a tutelare un bene e a valorizzarlo.
Questo è il caso di Palazzo Bressa a Treviso, uno dei più bei edifici che la città potesse vantare.
La storia di Palazzo Bressa iniza con Venceslao da Bettignoli, vero nome della famiglia Bressa giunta a Treviso nel 1326 proveniente dal territorio bresciano. Non avendo avuto figli, Venceslao nel 1493 decise di costruire un palazzo che potesse ricordare ai posteri il suo passaggio nel mondo dei vivi.
Così, come riportato in molti documenti trascritti da Gustavo Bampo nel suo "Spoglio notarile" - conservato presso la Biblioteca Civica di Treviso - Venceslao diede avvio al cantiere assumendo maestranze di primo livello provenienti anche dalla vicina Venezia.
Le cronache riportano che lo splendido palazzo, di cui vediamo un'immagine tratta dal manoscritto di Francesco Scipione Fapanni, sia stato progettato dal noto scultore e architetto veneziano Tullio Lombardo.
E a ben vedere questo prospetto, si può anche credere che il progettista del palazzo non potesse essere un semplice mastro muratore ma si doveva riferire a qualcuno che ne sapeva molto di proporzioni e distribuzione di elementi architettonici!
Come si può leggere negli atti notarili riportati dal Bampo, i lavori proseguirono per diversi anni in un alternarsi di maestranze che con abile manualità realizzarono tutte le opere da lapicida (tajapria), da muratore e da falegname (marangon).
Quando nel 1499 Venceslao Bettignoli stese il suo testamento, il palazzo non era ancora ultimato, e sarà suo nipote Giovanni Antonio a portare a compimento l'opera iniziata dallo zio.