venerdì 20 luglio 2012

Lettera Aperta all'architetto Mario Botta


(La Tribuna di Treviso - 19 luglio 2012)


Come diceva il buon Gaber “ bisogna ridare un senso alle parole”. Chiamare l'ex obitorio e l'ex ospedale di S.Maria dei Battuti “Umanesimo latino” o “Quartiere latino” può essere anche accettabile...magari pittoresco, ma accettabile. Che L'architetto Botta parlando della nuova piazza dell'Appiani la definisca “Una nuova Agorà” (Corriere del veneto 26 giugno 2010) ci sembra ridicolo.
Wikipedia: Agorà (in greco ἀγορά, da ἀγείρω = raccogliere, radunare) è il termine con il quale nella Grecia antica si indicava la piazza principale della polis.
Se permette, Architetto, le nostre piazze del Centro Storico come storia, cultura, classe sono e restano un po' più importanti della sua e, in ogni caso, la polis resta Treviso e non l'Appiani. 

 Così scrivevamo nel nostro Blog il 10 giugno 2010

Sono passati due anni e il nostro Architetto torna alla carica affermando :


“ Treviso è la forma migliore di aggregazione umana e l'area Appiani è il suo Tempio”


Caro Architetto,
riteniamo oltremodo offensivo che lei prospetti la sua opera come “un tempio per Treviso”.

Stiamo Scherzando ?

La nostra meravigliosa città, con le sue vie medievali, le sue chiese, i suoi affreschi, la sua storia, dovrebbe considerare il suo agglomerato urbano un tempio ?

Egregio Signore, che il suo lavoro sia apprezzato in tutto il mondo, non lo mettiamo in dubbio e non vogliamo entrare nel merito. Che si permetta di offendere la città, che persino Dante ha voluto onorare con i suoi versi, nella Divina Commedia, è inaccettabile. “Dove Sile e Cagnan s'accompagna” (Divina Commedia Paradiso, IX, v.49).

Definire poi la committenza del signor De Poli come illuminata, sfiora il ridicolo.
La invito a leggere il libro Malagestio dell'Avvocato Malvestio dove potrà scoprire in quante “illuminate maniere” si possa perdere una banca e distruggere un patrimonio di un miliardo in poco più di 10 anni.
Cordiali Saluti
Per  Treviso Sos
Antonio Bottegal
 
 

 Tratto da : "Malagestio: perchè i veneti stanno tornando poveri" di Massimo Malvestio