Blog per la rivalutazione del Centro Storico di Treviso. Nel caso in cui il materiale pubblicato dovesse ledere il diritto d'autore si prega di avvisare via e-mail per l'immediata rimozione.- Treviso Sos 30 novembre 2009 -
sabato 29 ottobre 2016
STORIE DELL'IMPRESSIONISMO - I GRANDI PROTAGONISTI DA MONET A RENOIR, DA VAN GOGH A GAUGUIN
CON UN SOLO BIGLIETTO
AVRAI PIÙ DI UNA SOLA MOSTRA
Con il biglietto Storie dell'impressionismo nello stesso museo
potrai visitare altre due mostre firmate da Linea d'ombra:Tiziano
Rubens Rembrandt e da Guttuso a Vedova a Schifano.
-
E ancora: la collezione permanente e la sezione archeologica del
Museo di Santa Caterina, oltre allo straordinario ciclo delle Storie
di Sant'Orsola dipinto da Tomaso da Modena.
venerdì 28 ottobre 2016
giovedì 27 ottobre 2016
La geografia serve a fare la guerra?
La geografia serve a fare la guerra?
Representation of
human beings
mappe e arte in mostra
mappe e arte in mostra
dal 6 novembre 2016 al 19 febbraio 2017
Treviso, Fondazione Benetton Studi
Ricerche, via Cornarotta 7
Comunicato Stampa
La geografia serve a fare la guerra? È
l’interrogativo che si pone la mostra della Fondazione Benetton
Studi Ricerche, a cura di Massimo Rossi, in calendario negli spazi
Bomben di Treviso da domenica 6 novembre 2016 a domenica 19 febbraio
2017, con inaugurazione sabato 5 novembre alle ore 18. L’esposizione
si avvale della partnership di Fabrica, che ha curato l’allestimento
e il progetto grafico, e della collaborazione e del patrocinio della
Regione del Veneto-Assessorato alla cultura.
Mappe, atlanti e opere d’arte
racconteranno, attraverso tre percorsi strettamente legati e
continuamente in dialogo, la grande forza comunicativa e persuasiva
delle carte geografiche.
Le mappe sono un potente mezzo di
comunicazione non verbale e il contesto delle celebrazioni della
Grande Guerra offre un valido pretesto per indagare sulla loro
capacità di influenzare l’opinione pubblica quando assecondano il
punto di vista degli Stati Maggiori. Per questo il percorso
espositivo si concentra sul periodo storico che va dalla fine
dell’Ottocento agli inizi del Novecento, ma parte dall’antichità
e arriva ai giorni nostri per raccontare anche un’altra geografia
possibile, non per forza asservita alle logiche militari.
La mostra si apre con la sezione Rocce
e acque, in cui vedremo come con un semplice e perentorio segno –
il confine naturale – le mappe indurranno monti e fiumi a diventare
strumenti capaci di separare e dare forma fisica a gruppi etnici,
linguistici, nazioni per trasformarli da “espressione geografica”
a stati. La seconda sezione, Segni umani, si occuperà di raccontare
l’uso del sapere geografico a fini propagandistici per trasmettere
con forza l’idea di nazione ancora prima della sua ufficiale
proclamazione politica. La terza parte, Carte da guerra, porrà
l’accento sulla coesistenza di due approcci culturali
apparentemente inconciliabili, nel contesto della Prima guerra
mondiale: simboli grafici per significare la smisurata industria
bellica disseminata sul fronte del Piave, insieme a segni che
testimoniano la presenza di migliaia di colombi viaggiatori che
volando imprendibili a oltre 100 metri di quota e percorrendo grandi
distanze in breve tempo, informano e trasmettono ordini. Mortai da
305 mm che esplodono proiettili di 400 kg alti come un uomo, e
palloni frenati sospesi a centinaia di metri dal suolo «che in lunga
fila si dondolano nell’azzurro lungo il corso del Piave» come
racconterà lo scrittore-tenente Fritz Weber, nemico sulla riva
opposta.
In mostra apprezzeremo la capacità
delle carte di mettere ordine a un mondo altrimenti caotico, per
renderlo più comprensibile e familiare, distinguendo gli oggetti, ma
soprattutto nominando i luoghi per consentirci di riconoscerli, uno a
uno. In tutte le epoche le mappe, prodotti sociali e umani per
eccellenza, hanno raccontato i luoghi anche attraverso i toponimi
esercitando su di essi un potere a volte aggressivo. Specialmente
quando hanno alterato la grafia originaria di nomi secolari o
addirittura quando questi ultimi sono stati sostituiti da altri di
nuovo conio per farli corrispondere ai più recenti dominatori:
l’olandese Niew Amsterdam diventa l’inglese New York; la tedesca
Karfreit muta nell’italiana Caporetto per divenire la slovena
Kobarid; l’asburgica Sterzing diventa la romanizzata Vipiteno. O
ancora per rispondere a impellenti urgenze sociali e dar voce a
speranze territoriali prima inespresse: “Alto Adige”, “Venezia
Tridentina”, “Venezia Giulia”, o semplicemente, nel caso di un
fiume, cambiandone il genere.
La secolare Piave degli zattieri cambia
sesso nel 1918 per offrire maggiore resistenza virile all’invasione
austriaca e diventa “Il Piave” per rassicurare l’immaginario
collettivo della giovane nazione italiana.
Ma è proprio vero che La geografia
serve a fare la guerra? Certo, senza geografia le guerre non
sarebbero nemmeno immaginabili, ma a fare la guerra è sempre l’uomo
che per raggiungere i suoi obiettivi è disposto a utilizzare tutti i
saperi disponibili come quelli della fisica, della chimica, della
geometria o della matematica.
Questa mostra parla anche di un’altra
geografia possibile, una geografia necessaria per riflettere e agire
sul mondo quando proviamo a osservarlo dall’alto sfogliando le
pagine dell’atlante rinascimentale di Abramo Ortelio che adotta il
medesimo punto di vista di Dio, o contemplando The Blue Marble, la
prima fotografia del pianeta terra vista dall’obiettivo degli
astronauti dell’Apollo 17. Una geografia che moltiplica le sue
potenzialità ogni volta che un artista decide di dialogare con una
carta geografica – e in mostra saranno esposti tappeti geografici e
alcune opere di artisti contemporanei.
Ma soprattutto si potrà riflettere su
un’altra geografia in grado di insegnarci a conoscere i luoghi
attraverso un ininterrotto dialogo con i processi storici e di
persuaderci con l’esempio di due autorevoli testimoni di un secolo
fa, il geografo Cesare Battisti e lo storico Gaetano Salvemini, che
«non esistono confini politici naturali, perché tutti i confini
politici sono artificiali, cioè creati dalla coscienza e dalla
volontà dell’uomo».
L’allestimento che Fabrica propone è
un viaggio esperienziale, alla scoperta delle diverse mappe
geografiche e dei luoghi che le hanno ispirate, attraverso la
creazione di ambienti che coinvolgono il pubblico a percorrerli, a
interagire con essi. Elementi dal design lineare e pulito,
essenziali per valorizzare al meglio i pezzi in mostra, insieme a una
grafica che reinterpreta in una chiave contemporanea gli elementi
della cartografia tradizionale.
L’intero progetto della mostra –
allestimento e comunicazione – si combina con gli spazi di Palazzo
Bomben, ricco di affreschi e di storia, in un dialogo di reciproca
valorizzazione.
Iniziativa realizzata con il contributo
della Regione del Veneto, ai sensi della legge regionale 11/2014,
art. 9, nell’ambito del programma per le commemorazioni del
centenario della Grande Guerra e con il patrocinio di:
Comitato Storico Scientifico per gli
anniversari di interesse nazionale
Ministero dei Beni e delle Attività
Culturali e del Turismo
Esercito Italiano
Consiglio d’Europa
Città di Treviso
Kriegsarchiv
Società di Studi Geografici
Società Geografica Italiana
Centro Italiano per gli Studi
Storico-Geografici
Associazione dei Geografi Italiani
Associazione Italiana Insegnanti di
Geografia
Touring Club Italiano
De Agostini Editore S.p.A
Fondazione Alexander Langer Stiftung
Fondazione Querini Stampalia
Cineteca del Friuli
La
geografia serve a fare la guerra? Representation of human beings
mostra della Fondazione Benetton Studi
Ricerche
a cura di Massimo Rossi e con la
partnership di Fabrica
inaugurazione sabato 5 novembre ore 18
aperta da domenica 6 novembre 2016 a
domenica 19 febbraio 2017
martedì-venerdì 15-20, sabato e
domenica 10-20
Treviso, Fondazione Benetton Studi
Ricerche,via Cornarotta 7
tel. 0422.5121,
fbsr@fbsr.it. www.fbsr.it
Ingresso intero: 7 euro
Ridotto: 5 euro (over 65, studenti
under 25, soci Touring Club Italiano)
Ridotto scuole: 3 euro (su
prenotazione)
Omaggio (under 5, accompagnatore di
disabile, giornalisti con tessera, accompagnatore gruppi)
Visite guidate: 50€ su richiesta +
biglietto d’ingresso; 25€ per scuole su prenotazione + biglietto
d’ingresso
Conferenze
Otto conferenze pubbliche di
approfondimento, con altrettanti esperti di diverse discipline,
permetteranno di entrare nel vivo degli argomenti affrontati in
mostra.
sabato 22 ottobre 2016, ore 11
Franco Farinelli (geografo), A cosa
serve la geografia?
La conferenza sarà preceduta, a
partire dalle ore 9.30, da un lancio dimostrativo di colombi
viaggiatori, a cura della Federazione Colombofila Italiana, per
evocare l'impiego di questi volatili nel corso della Grande Guerra.
venerdì 11 novembre 2016, ore 18
Massimo Rossi (geografo), La geografia
serve a fare la guerra?
venerdì 25 novembre 2016, ore 18
Guido Barbujani (genetista), Invece
delle razze. Barriere biologiche e confini culturali
venerdì 16 dicembre 2016, ore 18
Luca Giuliani (storico del cinema),
Cinema e Grande Guerra. Gli americani arrivano a Treviso
venerdì 13 gennaio 2017, ore 18
Andrea Rizza Goldstein (sociologo),
Alexander Langer e i confini: Sudtirolo o Alto Adige?
domenica 15 gennaio 2017, ore 18
Francesca Gallo (musicista), I canti
della Grande Guerra
venerdì 27 gennaio 2017, ore 18
Monica Ronchini (antropologa),
Prigionieri trentini della Grande Guerra. Dalla Galizia alla Cina
venerdì 10 febbraio 2017, ore 18
Paolo Pozzato (storico militare), Un
fiume andò alla guerra: il Piave da elemento geografico a teatro
operativo 1917-1918
Le conferenze si tengono
nell’auditorium di spazi Bomben, Fondazione Benetton, via
Cornarotta 7, Treviso. Ingresso libero.
mercoledì 26 ottobre 2016
sabato 22 ottobre 2016
mercoledì 19 ottobre 2016
martedì 18 ottobre 2016
giovedì 13 ottobre 2016
mercoledì 12 ottobre 2016
martedì 11 ottobre 2016
sabato 8 ottobre 2016
"Sereno variabile" dedica una puntata alla città
Sabato 8 ottobre 2016 andrà in onda una nuova puntata di Sereno
variabile, in onda su Rai 2 a partire dalle ore 17.05, con la
conduzione di Osvaldo Bevilacqua. Nella scorsa puntata il team di
Sereno Variabile si era recato in Puglia per visitare due paesi in
provincia di Taranto e per scoprire il bellissimo territorio delle
Murge, mentre questa volta si cambia totalmente scenario, andando
alla scoperta di Treviso. La città veneta, celebre soprattutto
il per il suo radicchio, è una fonte inesauribile di cultura,
tradizioni, buon cibo ed ottimo vino e grazie ad Osvaldo avremo
l’onore di visitare il suo centro storico e le zone circostanti,
tra musica tipica e palazzi d’epoca.
giovedì 6 ottobre 2016
martedì 4 ottobre 2016
TREVISO, FORTEZZA VENEZIANA
Incontro con Stefano Tosato.
Mercoledì, 5 Ottobre, ore 18.30, Palazzo Rinaldi
Info: cultura@comune.treviso.it
Iscriviti a:
Post (Atom)