sabato 29 ottobre 2016

Casa dei Carraresi - FRANCIS BACON dal 15 ottobre 2016 al 1 maggio 2017


STORIE DELL'IMPRESSIONISMO - I GRANDI PROTAGONISTI DA MONET A RENOIR, DA VAN GOGH A GAUGUIN

TREVISO - MUSEO DI S.CATERINA DAL 29 OTTOBRE 2016 AL 17 APRILE 2017

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AVRAI PIÙ DI UNA SOLA MOSTRA

Con il biglietto Storie dell'impressionismo nello stesso museo potrai visitare altre due mostre firmate da Linea d'ombra:Tiziano Rubens Rembrandt e da Guttuso a Vedova a Schifano.
    E ancora: la collezione permanente e la sezione archeologica del Museo di Santa Caterina, oltre allo straordinario ciclo delle Storie di Sant'Orsola dipinto da Tomaso da Modena.


giovedì 27 ottobre 2016

La geografia serve a fare la guerra?


La geografia serve a fare la guerra?
Representation of human beings
mappe e arte in mostra
dal 6 novembre 2016 al 19 febbraio 2017
Treviso, Fondazione Benetton Studi Ricerche, via Cornarotta 7

Comunicato Stampa

La geografia serve a fare la guerra? È l’interrogativo che si pone la mostra della Fondazione Benetton Studi Ricerche, a cura di Massimo Rossi, in calendario negli spazi Bomben di Treviso da domenica 6 novembre 2016 a domenica 19 febbraio 2017, con inaugurazione sabato 5 novembre alle ore 18. L’esposizione si avvale della partnership di Fabrica, che ha curato l’allestimento e il progetto grafico, e della collaborazione e del patrocinio della Regione del Veneto-Assessorato alla cultura.
Mappe, atlanti e opere d’arte racconteranno, attraverso tre percorsi strettamente legati e continuamente in dialogo, la grande forza comunicativa e persuasiva delle carte geografiche.

Le mappe sono un potente mezzo di comunicazione non verbale e il contesto delle celebrazioni della Grande Guerra offre un valido pretesto per indagare sulla loro capacità di influenzare l’opinione pubblica quando assecondano il punto di vista degli Stati Maggiori. Per questo il percorso espositivo si concentra sul periodo storico che va dalla fine dell’Ottocento agli inizi del Novecento, ma parte dall’antichità e arriva ai giorni nostri per raccontare anche un’altra geografia possibile, non per forza asservita alle logiche militari.

La mostra si apre con la sezione Rocce e acque, in cui vedremo come con un semplice e perentorio segno – il confine naturale – le mappe indurranno monti e fiumi a diventare strumenti capaci di separare e dare forma fisica a gruppi etnici, linguistici, nazioni per trasformarli da “espressione geografica” a stati. La seconda sezione, Segni umani, si occuperà di raccontare l’uso del sapere geografico a fini propagandistici per trasmettere con forza l’idea di nazione ancora prima della sua ufficiale proclamazione politica. La terza parte, Carte da guerra, porrà l’accento sulla coesistenza di due approcci culturali apparentemente inconciliabili, nel contesto della Prima guerra mondiale: simboli grafici per significare la smisurata industria bellica disseminata sul fronte del Piave, insieme a segni che testimoniano la presenza di migliaia di colombi viaggiatori che volando imprendibili a oltre 100 metri di quota e percorrendo grandi distanze in breve tempo, informano e trasmettono ordini. Mortai da 305 mm che esplodono proiettili di 400 kg alti come un uomo, e palloni frenati sospesi a centinaia di metri dal suolo «che in lunga fila si dondolano nell’azzurro lungo il corso del Piave» come racconterà lo scrittore-tenente Fritz Weber, nemico sulla riva opposta.

In mostra apprezzeremo la capacità delle carte di mettere ordine a un mondo altrimenti caotico, per renderlo più comprensibile e familiare, distinguendo gli oggetti, ma soprattutto nominando i luoghi per consentirci di riconoscerli, uno a uno. In tutte le epoche le mappe, prodotti sociali e umani per eccellenza, hanno raccontato i luoghi anche attraverso i toponimi esercitando su di essi un potere a volte aggressivo. Specialmente quando hanno alterato la grafia originaria di nomi secolari o addirittura quando questi ultimi sono stati sostituiti da altri di nuovo conio per farli corrispondere ai più recenti dominatori: l’olandese Niew Amsterdam diventa l’inglese New York; la tedesca Karfreit muta nell’italiana Caporetto per divenire la slovena Kobarid; l’asburgica Sterzing diventa la romanizzata Vipiteno. O ancora per rispondere a impellenti urgenze sociali e dar voce a speranze territoriali prima inespresse: “Alto Adige”, “Venezia Tridentina”, “Venezia Giulia”, o semplicemente, nel caso di un fiume, cambiandone il genere.

La secolare Piave degli zattieri cambia sesso nel 1918 per offrire maggiore resistenza virile all’invasione austriaca e diventa “Il Piave” per rassicurare l’immaginario collettivo della giovane nazione italiana.

Ma è proprio vero che La geografia serve a fare la guerra? Certo, senza geografia le guerre non sarebbero nemmeno immaginabili, ma a fare la guerra è sempre l’uomo che per raggiungere i suoi obiettivi è disposto a utilizzare tutti i saperi disponibili come quelli della fisica, della chimica, della geometria o della matematica.
Questa mostra parla anche di un’altra geografia possibile, una geografia necessaria per riflettere e agire sul mondo quando proviamo a osservarlo dall’alto sfogliando le pagine dell’atlante rinascimentale di Abramo Ortelio che adotta il medesimo punto di vista di Dio, o contemplando The Blue Marble, la prima fotografia del pianeta terra vista dall’obiettivo degli astronauti dell’Apollo 17. Una geografia che moltiplica le sue potenzialità ogni volta che un artista decide di dialogare con una carta geografica – e in mostra saranno esposti tappeti geografici e alcune opere di artisti contemporanei.
Ma soprattutto si potrà riflettere su un’altra geografia in grado di insegnarci a conoscere i luoghi attraverso un ininterrotto dialogo con i processi storici e di persuaderci con l’esempio di due autorevoli testimoni di un secolo fa, il geografo Cesare Battisti e lo storico Gaetano Salvemini, che «non esistono confini politici naturali, perché tutti i confini politici sono artificiali, cioè creati dalla coscienza e dalla volontà dell’uomo».

L’allestimento che Fabrica propone è un viaggio esperienziale, alla scoperta delle diverse mappe geografiche e dei luoghi che le hanno ispirate, attraverso la creazione di ambienti che coinvolgono il pubblico a percorrerli, a interagire con essi. Elementi dal design lineare e pulito, essenziali per valorizzare al meglio i pezzi in mostra, insieme a una grafica che reinterpreta in una chiave contemporanea gli elementi della cartografia tradizionale. 
L’intero progetto della mostra – allestimento e comunicazione – si combina con gli spazi di Palazzo Bomben, ricco di affreschi e di storia, in un dialogo di reciproca valorizzazione. 



Iniziativa realizzata con il contributo della Regione del Veneto, ai sensi della legge regionale 11/2014, art. 9, nell’ambito del programma per le commemorazioni del centenario della Grande Guerra e con il patrocinio di:
Comitato Storico Scientifico per gli anniversari di interesse nazionale
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Esercito Italiano
Consiglio d’Europa
Città di Treviso
Kriegsarchiv
Società di Studi Geografici
Società Geografica Italiana
Centro Italiano per gli Studi Storico-Geografici
Associazione dei Geografi Italiani
Associazione Italiana Insegnanti di Geografia
Touring Club Italiano
De Agostini Editore S.p.A
Fondazione Alexander Langer Stiftung
Fondazione Querini Stampalia
Cineteca del Friuli

La geografia serve a fare la guerra? Representation of human beings
mostra della Fondazione Benetton Studi Ricerche
a cura di Massimo Rossi e con la partnership di Fabrica
inaugurazione sabato 5 novembre ore 18
aperta da domenica 6 novembre 2016 a domenica 19 febbraio 2017
martedì-venerdì 15-20, sabato e domenica 10-20
Treviso, Fondazione Benetton Studi Ricerche,via Cornarotta 7
tel. 0422.5121, fbsr@fbsr.it. www.fbsr.it

Ingresso intero: 7 euro
Ridotto: 5 euro (over 65, studenti under 25, soci Touring Club Italiano)
Ridotto scuole: 3 euro (su prenotazione)
Omaggio (under 5, accompagnatore di disabile, giornalisti con tessera, accompagnatore gruppi)
Visite guidate: 50€ su richiesta + biglietto d’ingresso; 25€ per scuole su prenotazione + biglietto d’ingresso

Conferenze

Otto conferenze pubbliche di approfondimento, con altrettanti esperti di diverse discipline, permetteranno di entrare nel vivo degli argomenti affrontati in mostra.

sabato 22 ottobre 2016, ore 11
Franco Farinelli (geografo), A cosa serve la geografia?
La conferenza sarà preceduta, a partire dalle ore 9.30, da un lancio dimostrativo di colombi viaggiatori, a cura della Federazione Colombofila Italiana, per evocare l'impiego di questi volatili nel corso della Grande Guerra.

venerdì 11 novembre 2016, ore 18
Massimo Rossi (geografo), La geografia serve a fare la guerra?

venerdì 25 novembre 2016, ore 18
Guido Barbujani (genetista), Invece delle razze. Barriere biologiche e confini culturali

venerdì 16 dicembre 2016, ore 18
Luca Giuliani (storico del cinema), Cinema e Grande Guerra. Gli americani arrivano a Treviso

venerdì 13 gennaio 2017, ore 18
Andrea Rizza Goldstein (sociologo), Alexander Langer e i confini: Sudtirolo o Alto Adige?

domenica 15 gennaio 2017, ore 18
Francesca Gallo (musicista), I canti della Grande Guerra

venerdì 27 gennaio 2017, ore 18
Monica Ronchini (antropologa), Prigionieri trentini della Grande Guerra. Dalla Galizia alla Cina

venerdì 10 febbraio 2017, ore 18
Paolo Pozzato (storico militare), Un fiume andò alla guerra: il Piave da elemento geografico a teatro operativo 1917-1918



Le conferenze si tengono nell’auditorium di spazi Bomben, Fondazione Benetton, via Cornarotta 7, Treviso. Ingresso libero.




NUOVI CARTELLI TURISTICI - Noio volevan savuar


Tratto da "Gazzettino di Treviso "25 ottobre 2016

sabato 8 ottobre 2016

"Sereno variabile" dedica una puntata alla città




Sabato 8 ottobre 2016 andrà in onda una nuova puntata di Sereno variabile, in onda su Rai 2 a partire dalle ore 17.05, con la conduzione di Osvaldo Bevilacqua. Nella scorsa puntata il team di Sereno Variabile si era recato in Puglia per visitare due paesi in provincia di Taranto e per scoprire il bellissimo territorio delle Murge, mentre questa volta si cambia totalmente scenario, andando alla scoperta di Treviso. La città veneta, celebre soprattutto il per il suo radicchio, è una fonte inesauribile di cultura, tradizioni, buon cibo ed ottimo vino e grazie ad Osvaldo avremo l’onore di visitare il suo centro storico e le zone circostanti, tra musica tipica e palazzi d’epoca.


CARTA CARBONE



martedì 4 ottobre 2016

TREVISO, FORTEZZA VENEZIANA




Incontro con Stefano Tosato.
Mercoledì, 5 Ottobre, ore 18.30, Palazzo Rinaldi
Info: cultura@comune.treviso.it