In
relazione agli articoli recentemente apparsi nelle varie testate
locali, in merito al problema del costo dei canoni di affitto
commerciale nel centro storico di Treviso, l 'Uppi sindacato più
rappresentativo della piccola proprietà immobiliare, ritiene
doveroso effettuare alcune osservazioni e precisazioni, soprattutto
in considerazione delle dichiarazioni rilasciate dal presidente
dell' Ascom.
La
desertificazione commerciale del centro storico di Treviso ha
numerose cause e responsabilità diverse:
- La dissennata politica di trasferimento fuori dal centro delle varie istituzioni cittadine con relativa riduzione dei flussi economici per gli operatori commerciali del centro.
- L'irrazionale proliferazione dei centri commerciali nella nostra provincia, fatto che comporta un continuo dirottamento della massa dei consumatori a scapito di tutti i centri storici ed, in particolare, di quello di Treviso.
- Le scelte amministrative del comune di Treviso che stanno rendendo sempre più problematico l'accesso all'interno delle mura cittadine, stravolgendo così le abitudini e la propensione all'acquisto dei consumatori provenienti dall'esterno.
- Una pesante situazione economica generale che certo non facilita i consumi ma che viene aggravata, a livello locale, dalle cause descritte nei punti precedenti.
Venendo
invece all'affermazione secondo la quale la principale causa della
crisi commerciale del centro di Treviso sarebbe addebitabile
principalmente ai canoni di locazione eccessivamente elevati, l'Uppi
esprime sorpresa rispetto a tale analisi che appare superficiale e
inveritiera.
A
conferma dell'assoluta infondatezza di questa tesi, infatti, l'Uppi
trevigiana può serenamente fornire i propri dati circa le numerose
convenzioni di riduzione dei canoni , concordate dai propri associati
con i relativi conduttori; tali accordi di rinegoziazione del canone
sono stati 74 nell'anno 2013, 63 nel 2014 e 51 nell'anno in corso
sino al 21.9.2015.
Questi
dati dimostrano inconfutabilmente che i piccoli proprietari
immobiliari sono ben sensibili ai problemi economici dei loro
conduttori rendendosi, di fatto, partecipi del calo generalizzato
degli incassi nel settore commerciale.
Appare
inoltre del tutto fuori luogo e forse più adatta ai tempi della
controriforma, la richiesta del presidente provinciale dell'Ascom di
rendere noti i nomi dei proprietari dei fabbricati sfitti, quasi a
voler creare una gogna mediatica nei confronti della proprietà,
senza indagare preventivamente sulle ragione per le quali i singoli
immobili restano sfitti.
Stupisce
che una simile proposta provenga dal rappresentante di una delle più
importanti organizzazioni imprenditoriali della città.
Unione piccoli proprietari
Treviso
http://www.uppitreviso.it